lunedì 30 giugno 2014

riaperta torre diomede del moro

lunedì 30 giugno 2014

Riaperta al pubblico Torre Diomede del Moro

Iniziativa a cura dell'Associazione Vigili del Fuoco in Congedo presieduta da Antonio Ottaviano, in collaborazione con l'Arch. FP D'Adamo





Riaperta al pubblico Torre Diomede del Moro, un prezioso monumento storico eretto nel 1439 dal capitano di ventura Giacomo Caldora.

A meno di due anni di distanza dalla presa in carico dello storico edificio, l'Associazione dei Vigili del Fuoco in congedo, con la preziosa collaborazione dell'Arch. Francescopaolo D'Adamo, ha riconsegnato alla città un pezzo di storia vastese.

"Siamo soltanto all'inizio", ha sottolineato Antonio Ottaviano, presidente dell'Associazione dei Vigili del
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Fuoco, "molto è stato già fatto con lo sgombero di materiale di risulta, bidoni di vernice e rifiuti di ogni genere, ma occorre mettere subito in sicurezza i solai pericolanti al piano superiore, chiudere le falle aperte sul tetto e sistemare le finestre con i vetri rotti per impedire l'entrata degli uccelli".

L'antica torre nel corso dei secoli ne ha viste di tutti i colori, passando da luogo fortificato a magazzino, da neviera a luogo di rifugio durante i raid aerei della seconda guerra mondiale, ed anche come stalla.

Il tesoro della Torre Diomede del Moro si trova soprattutto nel piano interrato, un ambiente molto umido, ma sicuramente affascinante, oggi adeguatamente illuminato, che potrebbe nascondere, come sottolinea l'Arch. Francescopaolo D'Adamo, un tratto dell'antica cinta muraria di Histonium. Per questo, il mese scorso, l'ex assessore comunale alla cultura ha sollecitato l'intervento della Sovrintendenza ai Beni Culturali, per effettuare un'analisi più approfondita.

Un prossimo passaggio è quello di rimuovere il materiale di riporto dell'interrato, per tentare di trovare il piano originario, ma anche di verificare i tratti di camminamento che collega la torre ad altri luoghi limitrofi.

Molto apprezzata durante la serata, l'esibizione dei "Canzone antica", formata dal trio Noriko Oto, Silvano Muratore e Mayumi Muratore, tra rivisitazione di musica antica, canzone popolare napoletana e arie d'opera. Il concerto è stata anche la dimostrazione, sicuramente riuscita, che questo piccolo gioiello possa diventare per la città un luogo di eventi culturali quali esposizioni o concerti.

Complimenti all'Associazione dei Vigili del Fuoco in congedo, all'architetto D'Adamo ed a tutti i volontari, che con passione si stanno prodigando per salvare un monumento storico di sicuro interesse per la collettività vastese.

Lino Spadaccini












































































































































domenica 11 maggio 2014

la Cinta muraria di Vasto


 SCOPERTE ARCHEOLOGICHE

VASTO. Un brano della cinta muraria dell’antica Histonium sotto la Torre Diomede del Moro?
 A sollecitare verifiche alla Soprintendenza, è l’architetto Francesco Paolo D’Adamo, chiamato per un sopralluogo nel manufatto dalla sezione locale dell’associazione nazionale Vigili del fuoco in congedo. Da tempo, gli associati stanno portando avanti il recupero del monumento anche attraverso i fondi del 5 per mille.
«C’è lavoro per gli archeologi», sostiene D’Adamo. «Durante la ricognizione in questo luogo angusto e malsano, tra fanghiglia e acque putride che colano dalle pareti, è apparso evidente che la torre sia stata addossata, all’epoca della sua costruzione, su altre mura preesistenti ed è presumibile che corrispondano a un tratto della cinta muraria di Histonium. Si tratta di una ipotesi personale, tuttavia è auspicabile che chi di competenza possa verificarlo e confermarlo», aggiunge l’architetto appassionato, tra l’altro, di storia locale.


«Il sottosuolo della città nasconde tantissimi tesori archeologi e sarebbe il caso di studiarlo con più attenzione. Dall’interrato della Torre Diomede, per esempio, ancora si può cercare di percorrere un tratto di camminamento che lo collega ad altri posti come la Cavuta o Torre d’Amante o il Murello», aggiunge D’Adamo. «Il Marchesani, nella sua Storia di Vasto del 1838, parla di Giacomo Caldora e della sua opera di fortificazione dell’abitato nel 1439. Fa riferimento anche a mura esistenti in precedenza e alle loro riparazioni. Certo lui come gli storici successivi, per svariati motivi, difficilmente avrebbero potuto visitare i sotterranei della Torre Diomede del Moro. È altrettanto improbabile che chi li ha usati come neviera, magazzino o rifugio durante i raid aerei della seconda guerra mondiale, possa aver osservato le murature. Forse un’altra pagina importante di storia locale può essere restituita alla collettività», conclude l’architetto D’Adamo.
 Simona Andreassi   da  il  Centro  11 mag 2014