mercoledì 3 novembre 2021

Un vastese gabbamondo, Patricello

 

                                                                                            ult . agg.      23  set  2023  

                                                                                                            da Remo Petrocelli

dell' ass. Vigili del fuoco in congedo  del vastese

                                                Vasto ai tempi di Patricello ( coll. Scopa )


La storia vastese è ricca di personaggi, i quali grazie alle loro abilità intellettuali hanno raggiunto la notorietà. Tra i tanti, citiamo Rossetti, Mattioli e Palizzi.

Non da meno, si sono fatti largo e carriera altri , che hanno impiegato le loro abilità intellettuali  in modo non proprio lecito, come il caso che qui vogliamo raccontare. Vale a dire persone che vantando doti personali, approfittavano dello stato di necessità altrui millantando soluzione ai loro problemi. E trovavano purtroppo terreno fertile grazie alla credulità popolare e alla scarsa istruzione.

Una doverosa premessa questa per raccontare la storia di un certo Zio Paolo detto Patricello - forse sconosciuto ai più - che, da metà ‘800 al 1926, esercitava con grande successo “l’arte del fattucchiere” a Vasto. Egli dimorava in contrada San Nicola, dove alla chetichella, schiere di clienti si affollavano sia da Vasto che dai paesi limitrofi , speranzosi di aver risolti i loro problemi.

Gli affari gli andavano molto bene, finché un giorno un maresciallo dei Carabinieri, raccogliendo le confidenze di un suo sottoposto, sofferente  per pene d’amore e per essere stato derubato di 100 lire per una pozione magica dimostratasi inefficace, decise di svolgere indagini.

Si scoprì così, con molta fatica, a causa dei clienti timorosi di ritorsioni magiche, che l’attività era molto fiorente, che il mago somministrava polverine nere da spargere sui vestiti di poveri malcapitati, al fine di volgere il fato a favore dei suoi clienti.

Il maresciallo fece analizzare la pozione magica e si evidenziò trattarsi di semplice zolfo. 
Ciò innescò una serie di denunce. 
Il Patricello d'altra parte , ricco, di carattere combattivo e arrogante, rispondeva in tutti i tribunali.

Finché  in tarda età, mezzo sordo, di ritorno col treno da una causa in un paese vicino, fu cattivo indovino di se stesso, venne investito dal treno.

Ampi dettagli della sua storia sui tre articoli che pubblichiamo tratti da “Il Vastese d’Oltre Oceano” e da “La Tribuna”.





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