L'incontro
letterario del 6-05-2017 ha
visto protagoniste due scrittrici del secondo ottocento: Cristina Trivulzio di
Belgioioso e Evelina Cattermole, meglio conosciuta come Contessa Lara,molto
note ai loro tempi ma, oggi, quasi del tutto dimenticate. Tra i brani letti
alla Torre, due hanno riscosso particolare interesse e li riproponiamo per un
maggiore approfondimento:
Cristina di Belgioioso
Vita intima e vita nomade in Oriente 1855
Distruggo
forse qualche illusione parlando con così
poco rispetto degli harem. Abbiamo letto descrizioni degli harem nelle Mille
e una notte e in altri racconti orientali; ci è stato detto che in questi luoghi
abitano la bellezza e gli amo
Quanto siamo lontani dal vero!
Immaginate muri anneriti e screpolati, soffitti in legno con crepe qua e
là e coperti di polvere e di tele di ragno, sofà strappati e unti, cortine a brandelli, tracce di
candela e di olio ovunque, lo che entravo per la prima volta in questi
affascinanti ritiri, ne ero sgradevolmente colpita; ma le padrone di casa non
se ne accorgevano.
La
loro persona è conforme al resto. Poiché gli specchi sono molto rari in questo paese, le donne si mettono
addosso a casaccio orpelli di cui non possono apprezzare l'effetto bizzarro.
Appuntano molte spille di diamanti e pietre preziose su fazzoletti di cotone
stampato che avvolgono intorno alla testa. Non c'è niente di meno curato dei loro capelli, e solo le grandi dame che hanno
abitato nella capitale hanno dei pettini. Quanto al fard multicolore di cui fanno
un uso smodato, possono regolarne la distribuzione solo aiutandosi
reciprocamente con i loro consigli, e poiché
le donne che abitano la stessa casa sono altrettante rivali, incoraggiano
volentieri le une con le altre le più
grottesche colorazioni del viso. Si mettono del vermiglio sulle labbra, del
rosso sulle guance, sul naso, sulla fronte e sul mento, del bianco a casaccio e
come riempitivo, del blu intorno agli occhi e sotto il naso. Ancora più strano è il modo in cui si
tingono le sopracciglia. Probabilmente è
stato detto loro che, per essere bello, il sopracciglio deve formare un grande
arco, ed esse ne hanno concluso che l'arco sarebbe stato tanto più ammirevole, quanto più fosse stato grande, senza chiedersi se il posto di quest'arco non fosse
stato irrevocabilmente determinato dalla natura. Così, destinano alle sopracciglia tutto lo spazio esistente
da una tempi all'altra, e dipingono sulla fronte due archi immensi che partono
dalla radice del naso e se ne vanno ciascuno dalla propria parte sino alla
tempia. Ci sono belle ragazze eccentriche che preferiscono la linea diritta a
quella curva, e che si tracciano una grande riga nera attraverso la fronte, ma
questi sono casi rari.
a cura di Liana Mirabella
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