Lo spettacolo ho fatto
registrare il tutto esaurito
Ritrovare Napoli alla
"Torre Diomede" di Vasto, in questo penultimo sabato di maggio, dopo
averla appena lasciata, è stata
per me una rivelazione. E non solo per la musica e il teatro di autori
eccellenti come Salvatore Di Giacomo, Eduardo De Filippo, Eduardo Di Capua, Totò, e altri ancóra, portati alla ribalta
dalla stupenda interpretazione di Anna Maione e Antonio Cardone, entrambi
attori e cantanti napoletani, egregiamente accompagnati dalla chitarra del
vastese Nunzio De Palma.
E' stata
soprattutto una mia
particolare disposizione dell'animo
a farmi toccare con mano il potere catartico della musica e della poesia
soprattutto quando incontra il favore del pubblico. Si sa che la canzone e il
teatro partenopeo non accendono solo i cuori dei Napoletani, anche i Vastesi li
amano e li comprendono
bene, ma in
quest'ultimo spettacolo aleggiava
nell'aria una carica emotiva molto più
intensa del solito, c'era quasi la dimostrazione di una rinnovata sintonia che
solo il contatto diretto in un luogo intimo e suggestivo come l'antica torre può darci. Conosco dalla
nascita molti dei versi citati, fanno parte del mio Dna, trasmessomi da mia
madre, che ne sfoderava uno per ogni occasione, anche per ammonirci o adularci;
li ho anche assorbiti durante
tutta la mia infanzia dai suoni e dagli
odori del folklore di cui è
imbevuta la mia città
natale. Eppure, sabato, li ho ascoltati con lo stupore del neofita,
proiettandoli in una dimensione che solo la vera arte può dare, perché
immortale. L'ho capito soprattutto quando Anna ha recitato, con gli occhi
lucidi, il monologo del grande Eduardo, "Filumena Marturano", dando
il meglio di sé in
un'interpretazione densa di significato dove aleggia tutta la filosofia di un
popolo che da sempre riesce a trovare, attraverso l'arte e l'immaginazione, la
forza per rialzarsi nei momenti più
duri dell'esistenza.
Concetta Russo
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