martedì 29 ottobre 2024

Elena Sangro

 


 
 
Il fascino e la bellezza di Elena Sangro,
ispiratrice e musa di D'Annunzio
Fascino, sensualità, bellezza e seduzione sono tutti elementi che ritroviamo nella splendida attrice vastese Elena Sangro, diva del cinema muto, amante e musa ispiratrice di Gabriele D’Annunzio.
Un primo incontro tra i il poeta pescarese e Maria Antonietta Bartoli Avveduti, questo il nome di battesimo dell’attrice vastese, avvenne a Roma nel 1919, e probabilmente proprio da questo incontro che nasce il nome d’arte Elena Sangro.
Tra i due scoccò subito la scintilla e gli incontri furono sempre più frequenti, fino al 1927 quando, durante un lungo soggiorno al Vittoriale, divampò una violenta passione.
La relazione amorosa è documentata da una corrispondenza formata da una ventina tra lettere e telegrammi, ancora oggi conservati presso l’Archivio del Vittoriale, che vanno dal 1924 al 1933.
La corrispondenza è divisa in due fascicoli: il primo periodo, che coincide con la passione accesa tra i due, mentre il secondo periodo, è quello dopo la rottura.
Ma torniamo al 1927, quando la passione era all’apice. Dopo tredici anni di silenzio poetico, il Vate pescarese compose di getto le prime sestine di un poemetto a cui diede il nome di
“Carmen Votivum”
, dedicato “Alla piacente”. Il carme rappresenta un vero e proprio inno erotico carico di sensualità, promesso all’attrice vastese. Dopo molte richieste, la Sangro riuscì ad avere il testo completo con dedica autografa del poeta. Il testo doveva rimanere segreto, ma D’Annunzio ci ripensò e fece pubblicare dalla Mondadori la fotoriproduzione del manoscritto, in un limitato numero di copie da distribuire agli amici, fra i quali Benito Mussolini.
L’attrice non gradì molto il gesto e fu quello motivo di rottura tra i due.
Nel 1932 il poemetto venne riproposto con il titolo Alla piacente, mentre nel 1935 venne inserito in Cento e cento e cento pagine del libro segreto di Gabriele D’Annunzio tentato di morire.
Del 1988 è la pubblicazione di un bella edizione del Bompiani a cura di Leonardo Sciascia, con la riproposizione delle edizioni del 1927 e 1935, con note al testo di Pietro Ghibellini. Ma la straordinaria bellezza del libro sono le tante foto tratte da scene di film interpretate dall’attrice vastese, fino a due foto intime e cariche di sensualità, nonostante l’età avanzata della Sangro, degli inizi degli anni sessanta, scattate una sul bordo della vasca da bagno e l’altra all’interno della vasca.
“Un componimento erotico a esaltazione del corpo di Elena Sangro”, scriveva il 4 dicembre 1988, in occasione dell’uscita del libro, Giulio Cattaneo sulle pagine di La Repubblica, “un elaborato mosaico di riferimenti colti, di citazioni di antica poesia italiana e greca classica col recupero della prima quartina di un sonetto del ' 93. Carmen non eccelso, ma di composizione ingegnosa con qualche buon frammento. L' autografo, riprodotto in fac-simile, fu restituito a D' Annunzio che ne fece dono a Ornella, altro nome da lui assegnato alla piacente. Elena Sangro rimase poi trafitta alla notizia della pubblicazione, sia pure in un numero limitato di copie, e a maggior ragione lo fu quando il Carmen votivum uscì nel Libro segreto, tanto da mandare all'asta il manoscritto con altri cimeli dannunziani”.
Ecco alcune sestine del poemetto:
…...
Elena, il tuo madore è una rugiada
stillante sopra uno stillante miele.
Un alito d'amor sopra una spada?
O Spada dell’arcangelo Ariele!
Ma il céspite che l'ìnguine t'infiora
non è come l'ascella dell 'Aurora?

Piacente sopra te, quanto mi piaci!
Assai più d'ogni frutto e d'ogni fiore,
assai più d'ogni fonte. ne' tuoi baci
la musica e il silenzio del sapore
s’avvicendan così che tu m’insegni
l’arte dell’ape ne’ suoi favi pregni.

Non mi disseto né mi sazio, è scarsa
ahi, la sorgente della tua saliva.
Non cavo, se la gola m'è riarsa,
gora di sangue dalla carne viva.
Se abbocco i pomi, se i ginocchi lisci
ródo, tanto urli che m'impietosisci.

Forma che così pura t'arrotondi,
là dalla pura falce delle reni,
e nella man che ti ricerca abbondi
avanzando in tua copia tutti i seni,
la parabola io solva della Cruna
e del Cammello, o specie della Luna!...
stralcio da art., a firma Lino Spadaccini, apparso su "www.noivastesi.blogspot.com" - 9 nov. 2010

Cosi' Fellini ricordava l'attrice vastese Elena Sangro
Uno dei primi film che il Maestro aveva visto da bambino fu proprio Maciste all'Inferno con la Sangro.
Qualche anno fa, durante la quinta edizione del Vasto Film Festival, presso il Teatro Rossetti veniva proiettata la versione restaurata dalla Cineteca Comunale di Bologna del film Maciste all’inferno, con accompagnamento musicale dal vivo. È stata quella un’occasione straordinaria per vedere sullo schermo uno dei capolavori del cinema muto e soprattutto la straordinaria bellezza dell’attrice vastese Elena Sangro.
Insieme all’attore genovese Bartolomeo Pagano nei panni dell’uomo forzuto, Elena Sangro ha girato tre film della serie: Maciste imperatore (1924), Maciste nella gabbia dei leoni e Maciste
all’inferno (1926).
La regia è quella del solito Guido Brignone, ma il risultato dell’ultimo film questa volta è davvero sorprendente: il protagonista del film non è il gigante buono, l’eroe di sempre, ma la ricostruzione straordinaria dell’ambiente infernale secondo la tradizione classica dantesca che possiamo ritrovare nelle tavole illustrate da Gustav Doré, ricca di effetti speciali curati da un maestro dell’epoca Segundo de Chomòn, con diavoli infuriati, una coralità di saltellanti sudditi dell’impero e splendide donne che si mostrano in tutta la loro bellezza.
Tra loro spiccano la straordinaria Elena Sangro, nei panni di Proserpina, la moglie di Pluto, re dell’Inferno, e Lucia Zanussi, la conturbante Luciferina, figliastra di Pluto. Per alcune scene considerate troppo audaci, la censura bloccò la pellicola per oltre un anno, dando il proprio assenso solo dopo un taglio di circa 30 metri di girato.
Elena Sangro è molto affascinante, vestita come una danzatrice orientale con una gonna-pareo e unghia lunghe come artigli.
Una donna seducente che appena vede la preda se ne innamora, lancia sguardi seducenti e accattivanti che non lasciano indifferenti il gigante buono, l’uomo forzuto, che questa volta, per la prima volta, viene vinto e dominata da una donna diavolo. Una immagine molto emblematica è quella dove lei lo accarezza e dall’alto la guarda vittoriosa.
Il film è stato girato con grandi mezzi dalla Fert-Pittaluga, negli stabilimenti della Cines.
La sceneggiatura è di Fantasio (pseudonimo di Riccardo Arruffo), la fotografia di Massimo Terzano, Ubaldo Arata e Segundo de Chomòn.
Il maestro Federico Fellini così la ricorda in una dichiarazione contenuta nel libro “Intervista sul cinema” di Giovanni Grazzini (Laterza, 1983):
“I primi film, dunque, li ho visti al cinema Fulgor. Qual è stato il primo tra i primi? Sono sicuro di ricordare con esattezza perché quell’immagine mi è rimasta così profondamente impressa che ho tentato di rifarla in tutti i miei film. Il film si chiamava Maciste all'inferno. L’ho visto in braccio a mio padre in piedi tra una gran calca di gente con il cappotto inzuppato d’acqua perché fuori pioveva. Ricordo un donnone con la pancia nuda, l’ombelico, gli occhiacci bistrati lampeggianti. Con un gesto imperioso del braccio faceva nascere attorno a Maciste, anche lui seminudo e con tortore in mano, un cerchio di lingue di fuoco”.
stralcio da art., a firma Lino Spadaccini, apparso su "www.noivastesi.blogspot.com" - 18 marzo 2010

La vastese che ispirò D'Annunzio
Nasce a Vasto, nel Castello dell'Aragona, il 5 settembre 1897, col nome di Maria Antonietta Bartoli Avveduti.
Il padre, Bartolo Avveduti era l'amministratore del duca Quarto di Belgioioso, marito di Ortensia d'Avalos.
Dotata di rara bellezza, iniziò la sua splendita carriera di attrice cinematrografica a vent'anni, con lo speudonimo di Elena Sangro.
Attrice cinematografica di film muti, prima donna regista italiana.
Elena Sangro ebbe una lunga relazione amorosa con d'Annunzio che a Lei, alla piacente, dedicò il Carmen Votivum, la più bella poesia erotica della letteratura italiana del secolo scorso.
Il suo debutto sul grande schermo risale al 1917 allorché il regista Enrico Guazzoni la scelse come protagonista del film: Fabiola.
A questo seguirono altri film come La Gerusalemme liberata (nel quale sosteneva il ruolo di Erminia), Stella, l'Eredità di Caino, La principessa Zoe, II marito perduto, Passioni, Miss Dollaro e altri.
Nel 1922 interpretò il film patriottico, Non c 'è resurrezione senza morte, prodotto dal Comitato montenegrino sotto la presidenza di Gabriele D'Annunzio, che gli diede fama e notorietà.
Il suo nome varcò poi i confini della patria, riscuotendo enorme successo anche in America quando interpretò nel 1925, nella parte di Poppea il famoso Quo Vadis? per la regia di Georg Jacoby e Gabriellino D'Annunzio.
Con l'avvento del cinema sonoro si ritirò dallo schermo e con il nome di Lilia Flores si esibì in concerti tanto in sale pubbliche quanto ai microfoni della RAI.
Dopo aver artecipato come secondo regista alla lavorazione del film: La sonnambula, e Aida di Cesare Barlacchi, nel 1945 fondò la casa di produzione Stella d'Oro Film, per la quale produsse i documentari Villa d'Este (il primo film interpretato da Gina Lollobrigida), Villa Adriana, Sogno d'amore, Grandi armonie di Franz Listz, Le cascate di Tivoli, Le madonne di Raffaello, Dintorni di Roma.
Nel clima maschilista del tempo preferì, per ottenere credito, servirsi dello pseudonimo di Anton Bià.
Si ritirò definitivamente dal lavoro dopo essere apparsa nel film di Fellini Otto e mezzo.
stralcio da articolo apparso su "Qui Quotidiano", giornale d'info. del vastese - 4 marzo 2008

Elena Sangro
Attrice, nata a Vasto il 5 settembre 1897.
Scomparsa a Roma il 26 gennaio 1969.
Si chiamava in realtà
Maria Antonietta Bartoli Avveduti.
Donna di rara bellezza, divenne, ancora giovanissima, famosa come interprete di film di successo nell'era del muto come "Fabiola",
"La Gerusalemme Liberata", "Maciste all'inferno", "Quo vadis".
Nel 1962 Federico Fellini le assegnò una parte in
"Otto e mezzo".
Fu amata perdutamente da Gabriele D'Annunzio,
che a lei dedicò il "Carmen Votivum".
Una interprete che accostiamo ad un'altra vastese, Annamaria Anelli, cantante lirica, mezzosoprano alla Scala negli anni Cinquanta che seppe esprimere il lirismo delle opere di Bellini. Entrambe legate al nome della loro natia Vasto.
stralcio da "Lunarie de lu Uaste" - ed. 2001



Personaggi di spettacolo di Vasto
Elena Sangro (pseudomino)
Attrice
(Maria Antonietta Avveduti)
(Vasto, 5 sett. 1897 - Roma, 26 gen. 1969)
 

sabato 26 ottobre 2024

Anna Maria Anelli

 

Annamaria Anelli nasce a Vasto nel 1911.
Dal padre Nicola - voce di tenore solista nel coro della chiesa di San Pietro - riceve i primi rudimenti di musica.
Si trasferisce inizialmente a Napoli per seguire i corsi regolari per raggiungere successivamente Trieste dove, sostenuta dal fratello Francesco, si perfeziona.
Nel 1947, a Genova, interpreta il ruolo di Maddalena nel rigoletto di Verdi e tre anni più tardi nel 1950, al teatro "La Fenice" di Venezia, quello di Suzuki nella Madama Butterfly di Puccini.
Negli anni Cinquanta, Annamaria raggiunge il successo diventando mezzosoprano alla Scala.
Interpreta vari ruoli in prestigiose istituzioni come il Maggio musicale fiorentino avviando attività di incisioni su disco.
Dagli anni Sessanta, svolge lunghe tournèe in Sud Africa e in Spagna.
Sul finire degli anni Settanta si ritira a Vasto dove vivrà, fino alla sua morte, avvenuta il 6 gennaio 2008.
stralcio da art., a firma Luigi Murolo, apparso su "Vasto domani", giornale degli abruzzesi nel mondo - n. 2 - 02/2008

Annamaria Anelli è morta, all'età di 96 anni, il 6 gennaio 2008.
Con lei scompare l'ultima discendente di una nobile famiglia baronale degli Anelli e a Vasto visse nella sua residenza in Via Aimone alternando frequenti soggiorni a Genova.
Annamaria Anelli era una fra le più apprezzate mezzosoprano d'Italia che negli anni 50 seppe esprimere sorprendentemente il passionale lirismo delle opere di Vincenzo Bellini, in preferenza, interpretando ruoli di primo piano, con spiccato trasporto, specie nella "Sonnambula", di cui resta una incisione discografica con l'orchestra della RAI di Torino diretta dal maestro Franco Capuano, nel ruolo di Teresa.
Altra importante esibizione nel personaggio di Clotilde nell'opera "Norma", insieme al tenore Franco Corelli, sotto la direzione del Maestro Gabriele Santini alla XVIII edizione del Maggio Fiorentino nel 1955.
Ancora Annamaria Anelli si rivelava stupenda nella interpretazione di Lucia, la mamma di Turiddu (tenore Mario Del Monaco
) nella
"Cavalleria Rusticana" di Pietro Mascagni, sotto la direzione del m°
Franco Ghione, di cui sono state eseguite numerose incisioni discografiche.
Nel 1959 Annamaria Anelli registra, per la Rai, l'opera "Faust" di Charles Gounod, diretta dal m° Armando La Rosa Parodi, insieme a Renata Scotto e Nicola Rossi Lemeni.
Una "voce" che si è spenta in silenzio, nell'abbandono di quanti, pur avendola conosciuta ed avendone ascoltato i sublimi echi lirici, interpretati con profondi empiti dell'anima, purtroppo, si sono dimenticati di una artista, una donna che ha saputo esprimere la schietta passione per il bel canto.
Una interprete che accostiamo ad un'altra vastese, Elena Sangro (Maria Antonietta Avveduti, nata nel palazzo Aragona) indimenticabile attrice del cinema muto prediletta da Gabriele D'Annunzio, di cui interpretò, alcune opere. Entrambe legate al nome della loro natia Vasto.
stralcio da art., a firma Giuseppe Catania, apparso su "il Vastese", mensile d'info. del territorio - n. 2 - febbraio 2008

martedì 6 agosto 2024

S.Espedito a Vasto e nel mondo

 

Il “nostro” Sant’Espedito sul sito internazionale Expeditus Hodie  ult agg 6 ago 2024

STATUA DI S. ESPEDITO (Chiesa di S. Filomena a Vasto)
Il “nostro” Sant’Espedito sul sito internazionale Expeditus Hodie
Per iniziativa della Confraternita di San Carlo di Lugano (Comunità di Santo Espedito) e di Antonio Ottaviano, presidente dell’ ”Associazione Vigili del Fuoco in Congedo” di Vasto, il “nostro” Sant’Espedito, già venerato nella scomparsa chiesa di S. Pietro e poi nella chiesa di Santa Filomena in via Anelli, è stato inserito su Expeditus Hodie: sito internazionale (www.hodienoncras.org) dedicato al martire di Melitene.

“Benché molto antica sia la devozione verso S. Espedito, nel cuore del popolo vastese che ad Esso ha fatto sempre ricorso con private preghiere nelle cause più difficili, pure essa è incominciata, in forma pubblica e solenne, solo dal 6 gennaio 1903, quando cioè con grande solennità fu benedetto ed esposto a pubblica venerazione un quadro del Martire. Essa intanto è andata sempre crescendo: il 15 novembre 1903 si è benedetta la Statua, di fabbrica francese, e il 6 gennaio 1908 si è inaugurata l’attuale Cappella nella vetusta chiesa di S. Pietro”. Questo si legge in un libretto di preghiere della Congrega (confraternita) del SS. Sacramento in S. Pietro di Vasto del 1920.

La venerazione a Santo Espedito era molto intensa, perché prevedeva una solenne celebrazione sia il 19 aprile che l’ultima domenica di agosto, precedute da un triduo di preghiera. Fu inoltre fondata una Santa Lega per la propagazione del culto, che si riuniva ogni 19 del mese per la Messa e la recita di una coroncina. A queste pie pratiche furono annesse indulgenze da parte dell’Arcivescovo diocesano.

Purtroppo la chiesa di S. Pietro fu demolita nel 1956 in seguito ad una grave frana, e l’immagine di S. Espedito traslata nella chiesa di Santa Filomena, nel centro storico di Vasto, dove attualmente si trova.

Abbiamo visitato il luogo e conosciuto l’archivista della chiesa, che ci ha consentito di fotografare il simulacro e fornito questo materiale. Egli ci ha informato che la Lega non è oggi attiva, ma che periodicamente giungono gruppi di devoti, soprattutto dalla Puglia, per venerare il Santo.

Responsabile ecclesiastico della chiesa è Don Luca Corazzari, parroco della concattedrale di S. Giuseppe di Vasto.

Sul preambolo di questo elegante sito web si legge quanto segue: “La sezione NOTIZIE di questo sito è stata costruita per raccogliere fatti, luoghi, storie e persone quasi del tutto sconosciuti riguardo alla devozione a Sant’Espedito; ma assai utili a chi voglia farne esperienza diretta, e che dimostrano come tale culto sia tutt’altro che in diminuzione.
Di queste notizie abbiamo non soltanto controllato la veridicità, spesso con visite in loco, ma anche conosciuto direttamente i protagonisti; i quali sono sempre disponibili ad accogliere i devoti di passaggio.”

Sant’Espedito è del gruppo dei martiri di Melitene, capeggiato da sant’Ermogene. È celebrato nel Martirologio Geronimiano il 19 aprile. Nel 1781 fu proclamato santo protettore dei mercanti e dei navigatori da Papa Pio VI.

Viene invocato per il celere disbrigo degli affari. A lui si rivolge chi abbisogna di una grazia immediata. È rappresentato nell’iconografia tradizionale come un soldato romano che scaccia un corvo (il quale grida cras, cioè “domani” in latino) e indica una meridiana che segna hodie (“oggi”). Morale: non rimandare quel che puoi fare adesso. A Sant’Espedito sono dedicate numerose chiese in tutto il mondo.

BENIAMINO FIORE
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sabato 3 agosto 2024

i domenicani a Vasto e Penne 1809 -1810

 

 

                                                                                                                           ult.   agg. 8 ago 2024

Elenco domenicani in Vasto 1809 all' atto della soppressione ( n 18 elementi circa)      

Angelozzi Donato Giuseppe

Bassi Angiolo  Vincenzo

Cantalamessa Vincenzo

Delle Carceri Giacomo Tomaso

Cardona Onofrio Vincenzo

Caroselli  Pasquale Raimondo

Di Manes Filippo

Gigli Antonio Domenico

Lattanzio Eustachio Vincenzo

Marchesani Cesareo Giacinto                     rettore della chiesa vedi foto sotto           mand

Marcone Silvano                                         mand

Moccia Dalmazio                                       mand

Paolini Vincenzo

Petaccia Giustino Giuseppe laico             mand

De Ritis  Maurizio Angelo?

Sammartino Filippo Domenico

Scotti Domenico Saverio 

Simona Francesco laico                           mand

Spaventa Filippo Vincenzo  

Di Sabato Nicola

Scigliani Giambattista                              mand

    ( mand= hanno ottenuto mandato pensione 1809 o 1810)   


prosegue

le rendite documentate  erano da Buonanotte

 e da  Ripa dei Ciechi  ( zona attuale Leclerche )


 alcune indicazioni da Penne sul modus operandi


 e sulle spezie



martedì 23 luglio 2024

Com'era verde la mia valle! (1828)

 

                                                                                                               ult. agg 15 nov 2024

Reperito fortunosamente un documento relativo  grosso modo all'area ove ora c'è il parco archeologico, che la descrive come si presentava  nel 1828.

Con mia grandissima sorpresa scopro che in quei pochi metri quadri erano presenti ben 88 ALBERI 

17 Grossi ulivi, 

36 alberi di fichi, 

30 di percoche   (sic!)

1 di melo,

 1 di noce,

 1 di albicocche, 

molte piante di cardoni , finocchi e siepi.

  Seguono poi i  barbari progetti sull'area stessa  (bando per lo spianamento e successiva vendita della legna).

...Flussi e riflussi della storia ...




come si presentava lo spazio ricavato, negli anni successivi



Petrocelli Remo  (ass. vigili del fuoco in  congedo del vastese).


lunedì 8 luglio 2024

Antonio Ottaviano ''il Presidente'' accompagnatore d'eccellenza alla visita dei giardini “Genova Rulli”,

 Corsi e ricorsi della storia :oibò! 

 Eccoci di nuovo  nel giardino del Genova Rulli affiancati dai tralci di vite piantati dalla ns. associazione e dono di Remo Salvatorelli .Tralci che con la nostra testardaggine finalmente forniscono ora un po' d'ombra e restituiscono " l'idea originaria di pergolato" anche a questo giardino dimenticato, avvinghiandosi ai ferri ottocenteschi di Nicola Maria Pietrocola architetto  ingegnere orgoglio di Vasto.






lunedì 17 giugno 2024

acquedotto delle luci, novità

 

lunedì 17 giugno 2024                                          agg. 17 giu 2024

Piazza del Popolo: scoperta la condotta dell'antica fontana di Porta Palazzo

In questi giorni in piazza del Popolo, a fianco a Palazzo d’Avalos, è stata scoperta un’antica condotta forse di epoca romana. L’amico Remo Petrocelli, cultore di storia locale, ci ha inviato un prezioso documento manoscritto con questa annotazione: “Il documento, in sintesi, oltre a quanto già noto, disvela che la dorsale di alimentazione di fontana di Porta Palazzo aveva persino una ramificazione verso i giardini d'Avalos, che il Marchese chiede venga resa di nuovo funzionante nel marzo 1816”. 
Petrocelli cita la vecchia fontana di Porta Palazzo su cui avevamo pubblicato tempo fa una bella ricostruzione storica. Eccola! https://noivastesi.blogspot.com/2021/05/la-sconosciuta-fontana-di-porta-palazzo.html
DECURIONALE 5 MARZO 1816
(FORNITO DA Remo Petrocelli) 


venerdì 14 giugno 2024