mercoledì 3 novembre 2021

Un vastese gabbamondo, Patricello

 

                                                                                            ult . agg.      23  set  2023  

                                                                                                            da Remo Petrocelli

dell' ass. Vigili del fuoco in congedo  del vastese

                                                Vasto ai tempi di Patricello ( coll. Scopa )


La storia vastese è ricca di personaggi, i quali grazie alle loro abilità intellettuali hanno raggiunto la notorietà. Tra i tanti, citiamo Rossetti, Mattioli e Palizzi.

Non da meno, si sono fatti largo e carriera altri , che hanno impiegato le loro abilità intellettuali  in modo non proprio lecito, come il caso che qui vogliamo raccontare. Vale a dire persone che vantando doti personali, approfittavano dello stato di necessità altrui millantando soluzione ai loro problemi. E trovavano purtroppo terreno fertile grazie alla credulità popolare e alla scarsa istruzione.

Una doverosa premessa questa per raccontare la storia di un certo Zio Paolo detto Patricello - forse sconosciuto ai più - che, da metà ‘800 al 1926, esercitava con grande successo “l’arte del fattucchiere” a Vasto. Egli dimorava in contrada San Nicola, dove alla chetichella, schiere di clienti si affollavano sia da Vasto che dai paesi limitrofi , speranzosi di aver risolti i loro problemi.

Gli affari gli andavano molto bene, finché un giorno un maresciallo dei Carabinieri, raccogliendo le confidenze di un suo sottoposto, sofferente  per pene d’amore e per essere stato derubato di 100 lire per una pozione magica dimostratasi inefficace, decise di svolgere indagini.

Si scoprì così, con molta fatica, a causa dei clienti timorosi di ritorsioni magiche, che l’attività era molto fiorente, che il mago somministrava polverine nere da spargere sui vestiti di poveri malcapitati, al fine di volgere il fato a favore dei suoi clienti.

Il maresciallo fece analizzare la pozione magica e si evidenziò trattarsi di semplice zolfo. 
Ciò innescò una serie di denunce. 
Il Patricello d'altra parte , ricco, di carattere combattivo e arrogante, rispondeva in tutti i tribunali.

Finché  in tarda età, mezzo sordo, di ritorno col treno da una causa in un paese vicino, fu cattivo indovino di se stesso, venne investito dal treno.

Ampi dettagli della sua storia sui tre articoli che pubblichiamo tratti da “Il Vastese d’Oltre Oceano” e da “La Tribuna”.





Let us know how access to this document benefits you ,writing to  remope at yahoo.com
Tema Semplice. Powered by Blogger.

giovedì 7 ottobre 2021

Altre scoperte!

                                                                                               ultimo agg. 11 set 2023

Antefatto:

uno di noi ha trovato questo strano sasso  regolare presso punta Aderci, 

lo abbiamo subito comunicato alla Sovrintendenza  che infine lo ha visionato e certificato 

essere una palla di cannoncino  dell'anno 1400 circa, (è in pietra, peso attuale 1.7kg circa) e quindi l'ha catalogato come di interesse archeologico.

 

Per chi volesse osservare il reperto da vicino,  per adesso è ancora presso di noi.


Ad maiora. 

Com. (r) Antonio Ottaviano


giovedì 12 agosto 2021

Analisi su rinominazione largo Belvedere Romani

 tratto da  pro loco Vasto ( Diritti  RISERVATI agli autori)

giovedì 12 agosto 2021

A PROPOSITO DELLA INTITOLAZIONE DI UN LUOGO

 


(Francesco Romani)


A PROPOSITO DELLA INTITOLAZIONE DI UN LUOGO

di Luigi Murolo 

E’ semplice dir male delle cose che si fanno come è semplice dir male di quelle che non si fanno. Di fatti, non è questo il senso del presente intervento. Per quanto mi riguarda, voglio semplicemente porre l’attenzione su di una vicenda che ho avuto occasione di leggere sugli organi di informazione cittadini. Parlo dell’intitolazione del Belvedere Romani a Silvio Petroro.

Parlo, ad esempio, di un eventuale visitatore del luogo che avrebbe il piacere di conoscere dalla targa notizie minime sul personaggio ricordato: almeno data di nascita e morte. Ma niente (provvedo io: 1930-2009). Nemmeno una rapida notiziola sulla motivazione del tipo: «ambasciatore dell’emigrazione vastese» o qualcosa di simile. Insomma, che cosa resta? Un nome, soltanto un nome, di cui si presuppone che tutti sappiano chi sia. Quasi a dire che tutti – dico tutti – siano tenuti a sapere chi fossero – tanto per fare qualche esempio – Ettore Janni, F. Ritucci Chinni, Luigi Anelli, Mario Molino, ecc. –. Una pessima abitudine che dura da sempre. Tanto per sottolineare qualche aspetto, la denominazione di strade ottocentesche come Buzio, Eloidia, Sestia, Nirico ecc. di cui, oggi, nessuno sa più nulla. E poi, che cosa dire di una via Umile di fronte all’ingresso dello Stadio? Che se non ci fosse una targa commemorativa nei giardini di piazza Rossetti (e lo si deve sapere!) rimarrebbe una denominazione sconosciuta. Ch’io sappia (salvo errori), l’unico personaggio che fortunatamente sfugge a questa assurda regola locale è lo scrittore italo-americano Pietro Di Donato.

Ecco allora il punto: Silvio Petroro. Il nome di un personaggio della vita sociale del Novecento che, nella toponomastica cittadina, viene sovrapposto ad un altro esistente, sostituendolo? E in base a quale criterio? Perché ha realizzato un Monumento all’emigrante allocato in quell’area? Se vale questa regola perché non intitolare piazza Del Popolo a Giuseppe Spataro perché colà esiste un suo busto? E perché non intitolare a Roberto Bontempo il tratto di lungomare a Scaramurza per il Monumento alla Bagnante? E poi, perché non dedicare al grande filantropo Carlo Della Penna via Madonna dell’Asilo per il fatto di aver finanziato, nel suo asilo per l’infanzia donato alla città, il pannello bronzeo dal titolo Il trionfo del lavoro?

Insomma, un brutto precedente quello creato con l’intitolazione del Belvedere Romani a Silvio Petroro. Non certo per quest’ultimo, che merita il riconoscimento di una strada dedicata al suo nome. Ma perché ciò avviene in sostituzione di un altro nome. Che è quello di un grandissimo filantropo del XIX secolo, medico di risonanza internazionale, promotore delle cure omeopatiche nel Regno delle Due Sicilie: parlo di Francesco Romani (1785-1852). Il quale, tra l’altro, risulta essere il più antico scrittore in dialetto vastese. Il suo sonetto, Sciaraballёine, è pubblicato da Luigi Marchesani nella Storia di Vasto (p.17). Ma in che cosa consiste la donazione del Romani? E’ sufficiente leggere il chirografo di notar Giovanni Conte datato 18 novembre 1852 conservato presso l’Archivio di Stato di Napoli. Tra l’altro risulta pubblicato dai suoi amici in un opuscolo di 78 pagine conservato nell’attuale Polo Bibliotecario di Vasto. Quasi non bastasse, lo stesso opuscolo è disponibile sul Web e può essere tranquillamente scaricato. In ogni caso, i punti 1, 10, 11, 12 del rogito notarile sono pubblicati in un mio volumetto dal titolo Cosa strana e nuova. Istruzione tecnica e territorio: un caso abruzzese tra Otto e Novecento, Vasto, Il Torcoliere, 2002, pp. 30-31. Il testo è disponibile per la consultazione gratuita presso la biblioteca dell’Agenzia per la Promozione Culturale (chiusa purtroppo) oppure presso la Biblioteca vastese allestita presso la Libreria in via Cavour.

Ma già mi sento dire: guarda! queste cose noi le conoscevamo. Ciò che noi abbiamo fatto non è la sostituzione di un nome. Ma l’apposizione di un nuovo nome perché non esiste alcuna targa toponomastica ufficiale con l’intitolazione Belvedere Romani. Ma come aggiungo io: non avete provato a scandagliare l’Archivio Storico Comunale di Vasto? Sappiamo che è chiuso e ignoriamo se e quando riaprirà. Ma voi dell’Amministrazione Comunale di Vasto avreste potuto chiedere l’autorizzazione alla stessa Amministrazione Comunale di Vasto per procedere alla ricerca di una simile notizia, rivolgendovi magari all’archivista oggi in pensione. Avreste sicuramente trovato la delibera comunale con cui la città intitolava quell’area a Romani. Presenterò la fotocopia della delibera in una conferenza stampa che devo ancora fissare e volendo, se avrò l’autorizzazione, provvederò a far visionare agli interessati il faldone con l’originale. Sarà mia premura consegnare al Prefetto copia del documento. Ma se poi vogliamo dirla tutta, esiste la prova delle prove nella mappa catastale del 1870 conservata presso l’Archivio di Stato di Chieti. Come tutti sanno il Catasto vale per l’individuazione ufficiale della proprietà privata (e per l’individuazione delle particelle, la denominazione delle strade è fondamentale). E lì con bei caratteri, spicca la denominazione Belvedere Romani.

(Foto n. 1 - Cartolina di Vasto con riproduzione della mappa urbana del 1870)

Ma la cosa più straordinaria è un’altra. Nessuno ha mai pensato che la delibera di sostituzione è stata redatta con una presenza ingombrante fuori dalle stanze del governo della città. Un busto marmoreo con l’indicazione di un nome particolare fatto realizzare proprio dalle amministrazioni decurionali durante il periodo preunitario. Sapete qual è il nome del personaggio effigiato? Presto detto: Francesco Romani.

(Foto n. 2 - Vasto, Palazzo di Città: busto marmoreo di Francesco Romani)

Ora io non so chi abbia proceduto alla sostituzione nominale dell’area. E nemmeno mi importa saperlo. Aggiungo: avrà sbagliato in buona fede. Va bene così. A me interessa solo correggere un errore madornale e restituire l’originaria denominazione al luogo. Se poi si vuole intitolare la sola piazzola del Monumento all’Emigrante a Silvio Petroro nessun problema. Ciò che conta è che il Parco ritorni ad avere una e una sola denominazione: Belvedere Romani.

[Foto n. 3 - Cartolina di Vasto (1902)]
Intanto porgo saluti con due antiche cartoline di Vasto. La prima edita nel 1902, con l’indicazione Belvedere Romani (Foto n. 3). La seconda, una riproduzione della mappa catastale del 1870 con la certificazione di Belvedere Romani (Foto n. 1).

Foto:

N. 1 - Cartolina di Vasto con riproduzione della mappa urbana del 1870;

N. 2 - Vasto, Palazzo di Città: busto marmoreo di Francesco Romani;

N. 3 -  Cartolina di Vasto (1902).  



      Pubblicato da Mercurio Saraceni  

agaggiungiano un link sulle celebrazioni della morte con tutti i discorsi dei notabili locali 

https://books.google.it/books?id=l89YClifdzEC&pg=PA65&dq=prosa+francesco+romani&hl=it&newbks=1&newbks_redir=1&sa=X&ved=2ahUKEwiOjuy-yML0AhXT7rsIHZ5gB-UQ6AF6BAgEEAI

 a

 

giovedì 24 giugno 2021

Mariani bros terza puntata

 Contributo dI  Giacomo De Crecchio di Lanciano.            aggiornamento 24 mar 2023. 

questa è la terza puntata della storia che comincia da qui  https://vvfcongedo.blogspot.com/2018/09/fratelli-mariani.html

Il giornalista Giacomo De Crecchio di Lanciano ci porta altro materiale inedito attraverso la sue collezioni e intuizioni: (da fb). Egli ci dice ...

 <<Stamattina, alla buon’ora, dando una scorsa alla prima cartella che mi è capitata sotto mano, mi sono soffermato su una delle prime carte, ed ecco cosa ne è venuto fuori.

§ 1 – Nel corpo della fattura

Pasquale Russo, specialità in armi di propria fabbrica in Corso Garibaldi alla Ferrovia n. 371, vende al Signor Ernesto (Mariani ?) per Vasto Aimone (Chieti), con fattura compilata a Napoli il 6 ottobre 1894, un revolver Smitt (sic) Wesson c(alibro) 320, garantito (da Pasquale Russo).

Ma, vale per un mese!

§ 2 – Gli appunti, aggiunti in calce alla stessa

Signor Giuseppe Morales, Genova per Novi Ligure

… tuo collega di sotto le armi e compagno di viaggio dal Brasile a Genova.

Tanti (saluti) distinti alla famiglia tua intera e mi firmo.

Ernesto.

Scriverai al signor Ernesto Mariani, Vasto. 

§ 3 – La minuta di questa lettera, scritta a matita sul verso della fattura

Caro Peppe, io, come sai, feci un ottimo viaggio col vaporetto fino a Napoli, sempre con un mare tranquillo, ed arrivai in paese in buon arnese.Spero che anche te avrai fatto buon viaggio fino a Novi, ed avrai incontrato le tue figlie in ottima salute ed invogliate a venire in America.Caro Peppino, come ti dissi che non volevo tornare in America mai più, ma adesso appena assoderò certi miei interessi sono deciso a ritornare con un capitale per mettere su qualche miglionetto, che con l’aiuto di qualche persona pratica di quei paesi possa così andare avanti, ed in questa ricorrenza mi sono rammentato delle tue proposte sul vapore Rosario, e le credo oneste e sincere. Perciò ti scrivo la presente, alfine sapere quando hai deciso partire, il giorno, il mese, con quale vapore partirai da Genova, il tuo paese di residenza nel Brasile e la provincia, perché se farò in tempo ad assodare alcuni interessi per il giorno della tua partenza, allora faremo il viaggio insieme e  condurrò con me anche un mio fratello di 16 anni, ma desidero incontrare l’approvazione tua se lui potrà incontrare occupazione colà. Aspetterò al più presto tua risposta; accetta una mia stretta di mano.>>

 

§4 – Un gruppo della famiglia Mariani, originaria di Lanciano, si sposta a Rocca San Giovanni e Vasto Aimone. Poi… qualcuno prende il volo verso l’America!

Alessandro Mariani nel 1843 ha 32 anni, è notaio e vive nel quartiere di Lanciano vecchio insieme alla moglie Maddalena de Arcangelis di 22 anni.

Dei loro due figli, il primogenito Liborio – il fratello sarà registrato come Giuseppe Giusto – che era nato nel 1841 e morirà nel 1915, si trasferirà e resterà segretario comunale a Rocca San Giovanni.

Dalla moglie Anna De Fabritis, nacquero Nicoletta, Carlo, Leonilde, Pietro, Nicola ed anche Ernesto.

È proprio lui che, prima di recarsi nuovamente a New York, acquista la pistola Smith & Wesson.

Intanto lo zio Giuseppe  (Lanciano, 1843 – Vasto, 1898), invece, si era trasferito a Vasto ed in prime nozze aveva sposato Filomena Monacelli; dapprima, volontario nell’amministrazione della Pubblica Sicurezza era stato destinato presso la Sottoprefettura del Circondario di Lanciano, dal 1870 ebbe la nomina di Ricevitore del Lotto. 

La coppia ebbe otto figli: Francescopaolo (morto pochi giorni dalla nascita), Francescopaolo nato nel 1868, Ettore (morto a quattro anni), Irene, Ettore, Nicoletta, Oreste ed Umberto; tra questi, Oreste che era nato nel 1877, emigrato negli Stati Uniti, a New York, nel 1903 aveva sposato Filomena Mecca di Avigliano.

 – varie fotografie rendono l’idea di quale sia stata la sua “avventura americana” di Oreste

 


 



 



Migrazioni da Lanciano, in “provincia” ed oltreoceano…
• Qualcuno della famiglia Mariani, originaria di Lanciano, si spostava a Rocca San Giovanni e Vasto Aimone, poi… tale Oreste prendeva il volo verso l’America!
Nel 1843 Alessandro Mariani ha 32 anni, è notaio ed insieme alla moglie Maddalena de Arcangelis di 22 anni vive nel quartiere di Lancianovecchio.
Il primogenito Liborio che era nato nel 1841 e morirà nel 1915, si trasferirà e resterà segretario comunale a Rocca San Giovanni; l’unico fratello sarà registrato come Giuseppe Giusto.
Da Anna De Fabritis e Liborio, nacquero Nicoletta, Carlo, Leonilde, Pietro, Nicola ed anche Ernesto.
Intanto lo zio Giuseppe Giusto (Lanciano, 1843 – Vasto, 1898), si era spostato a Vasto ed in prime nozze aveva sposato Filomena Monacelli; dapprima, volontario nell’amministrazione della Pubblica Sicurezza era stato destinato presso la Sottoprefettura del Circondario di Lanciano, dal 1870 ebbe la nomina di Ricevitore del Lotto.
La coppia ebbe otto figli: Francescopaolo (morto pochi giorni dalla nascita), Francescopaolo nato nel 1868, Ettore (morto a quattro anni), Irene, Ettore (n. 1874 – m. 1943), Nicoletta, Oreste ed Umberto.
L’Ettore nato nel 1874, con decreto del 1897 assommerà al suo cognome quello dello zio adottivo Filippo Monacelli, che insieme alla moglie Olimpia Betti gli destineranno i propri averi.
Ma, questa è altra storia!
• Quattro fotografie ed un paio di lettere rendono l’idea di quale sia stata l’ “avventura americana” di Oreste.
Oreste, nato il 13 marzo 1877, in età matura decise l’avventura verso l’America; non si hanno elementi per conoscerla appieno, tuttavia fotografie e lettere testimoniano come si sia dato da fare e, con un pizzico di fortuna, avesse raggiunto mete promettenti.
A New York, nel 1903 aveva sposato Filomena Mecca di Avigliano.
Il fotografo Vincenzo Cesareo lo ritrae nel 1904, quando già si era stabilito nella metropoli americana per intraprendere attività commerciali.
È riconoscibile, nel 1914, dinanzi il negozio nel Bronx dove la distilleria italiana “MARIANI BROTHERS” produceva e commerciava bevande alcooliche; il 3 marzo 1917 festeggerà con tutti gli impiegati il successo ottenuto negli anni.
Nell’emporio si trovava di tutto: pasta all’uovo e pasta glutinata, formaggi e salami italiani di ogni tipo, anche baccalà e sarde, noci, mandorle e fichi.
Allo stesso modo, la Mariani Brand eccelleva in olio puro di oliva, pubblicizzato come ai nostri giorni.
Ma, sopraggiunto il “proibizionismo” che tra il 1920 ed il 1933 bandì la fabbricazione, vendita, importazione e trasporto di alcool, l’azienda entrò in crisi come si evince dalla corrispondenza inoltrata da Oreste al fratello Ettore Mariani Monacelli.
- A marzo del 1925:
«[…] qui gli affari vanno malissimo e se non avessi venduto l’Hotel mi troverei in cattive acque […] le perdite subite in questa cloaca di Napoli mi hanno squilibrato un pochettino. Spero di rimettermi incarreggiato […]»
- Un anno dopo:
«[…] non è mia intenzione di importare neanche un solo soldo di merce, potendo comprare molto meglio in America che in Italia […] la Banca Commerciale sede di Napoli mi avvisa di aver trasferito il mio conto a Pescara[…]»
- Il 18 febbraio del 1927, da Napoli, tale Geremia comunica ad Ettore quanto in precedenza gli era stato scritto da Oreste:
«[…] io sono tra il cielo e la terra. Avrai saputo cosa mi è accaduto: un quarto di milione di dollari di vini e liquori mi hanno sequestrato. Rappresenta sei milioni di lire. Vedi in quale orgasmo possa io trovarmi. Sono tra le corti e non so come andrà a finire.
Storie minori, ma… pur sempre storie!
N.B.
L’albero genealogico della famiglia Monacelli, a cui mi sono riferito per attingere informazioni di quella Mariani, è stato compilato da Luigi Murolo.

Diversamente, gli affari non andarono bene per il cugino Ernesto che nel 1927, quando in America imperversava il proibizionismo, subì il sequestro di vini e liquori per un quarto di milioni di dollari

.


. Altre notizie sulla stirpe dei Mariani di Vasto

 https://vvfcongedo.blogspot.com/2022/02/john-mariani-un-orgoglio-per-la-citta.html

A completamento ,vedi anche la storia del Cascioli: un altro vastese che lavora come dipendente dei Mariani. https://vvfcongedo.blogspot.com/2019/10/nicholas-cascioli-un-artista-vastese.html

mercoledì 16 giugno 2021

A META' 700 I CIFFOLILLI da FORLI' DEL SANNIO giunsero a VILLA DE NARDIS

 

QUANDO A META' 700 I CIFFOLILLI DA FORLI' DEL SANNIO GIUNSERO A VILLA DE NARDIS  

                                                                                               ultimo  agg. 9 sett  2024

REMO PETROCELLI (Ass. Vigili del Fuoco in Congedo) RICOSTRUISCE UN'IMPORTANTE PAGINA DELLA NOSTRA STORIA LOCALE

Sprazzi di storia inediti e relative considerazioni su contrada Villa de Nardis in Vasto

di Remo Petrocelli

Un documento, testimonianza giurata a noi dal  1806, ci fornisce uno spunto di  approfondimento su di un area di Vasto  che meriterebbe più  attenzione , mi riferisco cioè a  contrada Villa de Nardis, (anticamente detta solo contrada Villa)  poco considerata dagli storici, ma popolata da operosi e geniali lavoratori pentri (appellati da Orazio come "abili contadini") , quindi importante dal punto di vista dell’economia vastese.

Il punto di partenza dell’approfondimento sono alcuni   toponimi. Per chiarezza  dividerò l’area e la strada de Nardis in due segmenti: il  primo , che parte dal lato intersezione con  via Incoronata chiamato tuttora Vallone di Cenere, (che  a quanto pare , fu molto ricco d’acqua,  se le  carte del 1820 lo chiamano Vallonone sic!)  corrispondente ora  a fosso Lebba cioè l’attuale pista ciclabile)


fig.1 Mappa redatta  dell’ agrimensore Liborio Suriani. foto cortesia Paolo Calvano VastoArchivio , circa anno 1820 .Nota: la mappa va ruotata di 90 gradi , per renderla coerente alla carta  I.G.M.  successiva

 La  seconda area,  solo citata nei documenti, già  dal Marchesani come Fonte della Villa [de Nardis], da non confondere con fonte de Nardis (Vasto Marina)!

Questa area con sorgente, Fonte della Villa, è  attualmente scomparsa dalle carte topografiche ufficiali (I.G.M. ecc.) , ma la localizzerò ccomunque attraverso  ragionamento e indizi, nella zona più alta , orograficamente parlando, cioè verso lo sbocco della strada Villa de Nardis lato SUD , in prossimità della chiesa di s. Lorenzo.


Fig.2 Carta I.G.M. moderna (l'area di cui parleremo    è  delimitata all’incirca dal poligono verde)

L’area complessiva di per sè , era molto boscosa, come si evince anche  dalla mappa d’epoca dell’ing.Dau, fig.3  ed è stata  dopo il 1750,


 

Fig 3. stralcio carta redatta dall’ingegner Dau

 

 ed è stata parzialmente oggetto  di eredità/dote della figlia  del sindaco di Vasto dott. Bucci.  Maria Cesaria  Bucci, che  sposerà il sindaco di Forlì del Sannio ( in carica  per ben 17 anni).  Trattasi  più precisamente del dott. [in legge] Mariano Tonti. La notizia era  riportata solo lacunosamente, ma utilmente  dall’Anelli.  fig 4 

Fig.4



L’Anelli infatti qui accenna  ad una coorte di  famiglie di contadini migrati da Forlì del Sannio [intorno all’anno  1750] a scopo  dissodamento, trasformazione e coltivazione dell’ area Villa de Nardis, (delle cui fatiche   godiamo ora i frutti , attraverso gli ultracentenari  ulivi della zona).


 fig6

 fig7

Anelli ,purtroppotralascia  un  qualsiasi  riferimento  ai  cognomi, a qualche stirpe, dei  seppur  umili contadini. Per fortuna almeno uno è giunto a noi dalla sola narrazione orale.  Si tratta   sicuramente dei “Ciffolilli”, o meglio a Forlì erano i Cifolelli. Dei Cifolilli di Forlì , il primo individuo di cui finora abbiamo notizie scritte, è tal Francesco Ciffolilli  forlese non illetterato, (sposato con una Panzini). Su di lui ci risulterà inizialmente un terreno acquistato in contrada Cipranneto nel 1813, un appalto per il mulino di Vasto e un incarico comunale per sistemare le strade limitrofe). ( visura catastale vedi sopra fig7 )

E' questo ramo familiare, insieme a rami di altre famiglie di compaesani,  che saranno qui individuati genericamente come " i Firlesi" . L’area vastese insediata, verrà  immortalata  anche in qualche carta comunale come “contrada dei Firlesi” . L’Anelli  disvela anche un particolare inedito  e rilevante. Questi forestieri portavano con loro  una speciale, e particolare abilità veterinaria ( fig.4). 

 A  conferma della narrazione orale, e del cognome prevalente, possiamo  però  finalmente oggi portare  alcuni indizi inequivocabili.

 In una nota del libro sul sindaco Muzi (di Spadaccini p.142) , riportante un carteggio comunale di Vasto,  c’è un elenco di professionisti vastesi  del 1859. Qui già un Ciffolilli Tommaso  ancora esercitava come maniscalco di buoi e dai riscontri ,  è insediato in Vallone di Cenere.

A ulteriore conferma  della  “valentìa dei Firlesi” possiamo dedurre che la loro fama  sia rimasta  inalterata almeno fino al 1908, “a sfidare la scienza!", visto un documento  fig. 5 in cui un empirico Ciffolilli veniva addirittura multato per professione veterinaria abusiva!

Fig.5  Il dott. Nicola D'Adamo era il veterinario di Vasto

  Con certezza, almeno i Ciffolilli,   insediatisi da noi con successo, ci hanno  regalato ben tre toponimi sulle carte I.G.M. (due tra Villa de Nardis / s. Lorenzo e una addirittura a Petacciato marina) e si sono  imparentati con praticamente tutti i confinanti storici dell’area  Villa, p. es.  i Caramanico, i Pascucci, i Del Borrello, Sce, Bosco, Suriani, Di Chiacchio ,Torino ecc, ecc. allargando poi i loro orizzonti in S.Salvo, Cupello , Monteodorisio (qui molti con variante Ciffolillo) e Petacciato (ad es.in  c.da colle Calcioni). Un  nuovo documento reperito fortunosamente,

fig.6 

aggiunge  alla coorte migratoria da Forlì, anche le famiglie Angelone,  che si insedieranno nella stessa area, ma più a Sud.

Tale Angelo Angelone, ci fornisce anche lui indirettamente  diverse  interessanti notizie:

nel 1806 egli si dichiara garzone di Giuseppe Tambelli  [senior] da ben  34 anni, di venire da Forlì e di risiedere nella masseria Tambelli in area SELVA DELL’ABATE!! (altro toponimo scomparso !!). Qui il mistero si infittisce. Chissà di quale abate si parla! Forse ha qualcosa a che fare coi templari insediatisi nell’anno 1250 in zona s. Lorenzo?  https://noivastesi.blogspot.com/2014/09/storici-confronto-ecco-le-tracce-dei.html)

 Ancora, più in avanti nello stesso documento, l’Angelone dichiara di essere in area Fonte della Villa [de Nardis]..

Ora,  incrociando  le carte sui  boschi di Sellotto e Crivella” disegnate dall’agrimensore  Dell’Arciprete nel 1807, facenti parte del cabreo Tambelli (fonte: archivio storico comunale di Vasto), e dai testi storici più noti , la famiglia Tambelli ricostruisce a proprie spese la chiesetta diruta di  San Lorenzo nel 1786  (vedi  asterisco azzurro in basso sulla carta I.G.M. fig.2) e  la loro tenuta si trova a confine con la chiesetta!

 Tutto ciò  sembra sufficiente   alla localizzazione di fonte della Villa come limitrofa alla  chiesetta antica di s.Lorenzo, quindi comunque nella parte SUD  di via villa de Nardis.


fig .7 

 

fig. 8

La fonte della Villa deve quindi parte della  stessa vena di abbondanti acque che alimentano   fonte Fico ecc. e tutte le altre sorgenti in zona s.Lorenzo già note al Marchesani  https://noivastesi.blogspot.com/2015/04/e-se-fonte-fico-ci-fosse-veramente-un.html?m=0

fig.9

L’ultima sorpresa venuta fuori dagli approfondimenti, è  che il luccicante casino d’Avalos di s. Lorenzo, fig.10, che sappiamo, dai testi, ricco di vetri specchi ecc. ed essere circondato da selve, boschi ecc. distante meno di 300 metri dalla  masseria Tambelli, ne copia la tipologia costruttiva,  in modo fortemente somigliante! Su questa singolare coincidenza e su qualsiasi ulteriore notizia e suggestione  siamo aperti alle intuizioni del lettore.

Fig.10

Auspichiamo che in futuro si svelino  ulteriori elementi da aggiungere alla storia di Villa De Nardis su cui a tutt'oggi è stato scritto poco o nulla.  A tal proposito ben vengano i contributi di altri lettori.

Remo Petrocelli   

Ass. Vigili del Fuoco in congedo del vastese. 

Let us know how access to this document benefits you                remope at   yahoo dot com